• L'AUTUNNO MINACCIA IL NORD DI FIUMICINO

    L'AUTUNNO MINACCIA IL NORD DI FIUMICINO

Alfonsi (UGL Trasporto Aereo): Piano di Ita inadeguato. Compagnia di bandiera? L’Europa non ostacoli Fiumicino

Francesco Rocco Alfonsi, Segretario Nazionale UGL Trasporto Aereo, è intervenuto su Diario di Città in merito alla crisi di Alitalia e, in generale, del settore aereo. Una tematica molto delicata per la realtà di Fiumicino (clicca qui per approfondire).

L’aeroporto produce un indotto di oltre 42mila posti di lavoro, che valgono circa il 10% del PIL del Lazio. Gran parte di questo flusso economico è generato dalle maestranze del comparto aereo, che oggi vive un momento di difficoltà causato dalla vertenza Alitalia e il Piano Industriale di Ita, di cui abbiamo parlato con Alfonsi. 

Segretario, qual è il suo parere sui licenziamenti previsti da Alitalia ?

Chiaramente siamo contrari all’ipotesi dei licenziamenti. Ma non si parla solo di questo. La questione riguarda un pò di tutto il trasporto aereo, tornato in Italia ai volumi del 1995. Quest’anno abbiamo avuto 52 milioni e mezzo di passeggeri, dato in netta controtendenza col 2019 in cui ce n’erano stati quasi 193 milioni. Per cui si evince una differenza in negativo di circa 140 milioni di viaggiatori. Questo è il dramma che vive il settore, che attraversa la più grave crisi della sua storia. Siamo preoccupati per i licenziamenti non solo che potranno avvenire in Alitalia ma, più in generale, in tutto il settore.

Ha fatto molto discutere il Piano Industriale di Alitalia presentato in Parlamento nottetempo lo scorso dicembre. Lei cosa ne pensa?

Il Piano Industriale di Ita, innanzitutto, non è un Piano. È uno schema di Piano Industriale, come loro stessi lo chiamano. Il piano vero ancora non lo hanno tirato fuori, almeno non con noi. A noi hanno presentato una ventina di slides. In ogni caso, quello che abbiamo visto non è assolutamente soddisfacente, parliamo di un piano irricevibile. Il numero degli aeromobili non è assolutamente congruo a quello di una compagnia di bandiera, della dimensione minima che dovrebbe avere una major. In più, a nostro modo di vedere, nel piano non c’è nulla di tutto quello che era stato promesso, come ad esempio sul cargo, sul come vogliano fare le socializzazione sull’endeling o sulla manutenzione. Ci stiamo muovendo, siamo andati nella Commissione Trasporti di Camera e Senato, abbiamo incontrato gruppi politici e parlamentari per dire che questo Piano va assolutamente riscritto, alzando i numeri. Non possiamo permettere che, a fronte di un investimento di 3 miliardi di soldi pubblici, vengano lasciate a casa 6mila persone.

Quali sarebbero le norme che proporrebbe per tutelare gli operatori di terra e di volo? Quali sono gli obiettivi dell’UGL Trasporti in un’eventuale nuova contrattazione?

Noi abbiamo la necessità di mantenere in vita l’amministrazione straordinaria, perché seppur riuscissimo ad alzare il numero degli aeromobili, inizialmente non riusciremmo a tenere tutti dentro la nuova azienda. Facendo un’operazione di questo tipo, non vorremmo lasciare a casa nessuno, dando anche una prospettiva ampia a quei lavoratori stagionali o a termine, molti dei quali hanno investito anche più di dieci anni della loro vita in quest’esperienza lavorativa. Abbiamo bisogno di un Piano un pò più sfidante, del mantenimento dell’amministrazione straordinaria che, riteniamo, necessiti di ulteriori ristori. Penso alla Germania, che ha sostenuto la compagnia di bandiera, Lufthansa, con 9 miliardi. O la Francia, che ne ha stanziati 7 per Air France. Da noi, invece, sono stati indirizzati 350 milioni. In questa situazione, senza introiti a causa del covid, senza ristori, difficilmente riusciremo a portare avanti l’operazione a tenuta occupazionale. Riteniamo che sia necessario aprire immediatamente un confronto e una cabina di regia con i quattro ministeri interessati, il MEF, il MIT, il MISE e il Ministero dei Trasporti, con l’amministrazione straordinaria, con Ita e con l’ENAC e con le organizzazioni sindacali. Dovremo mettere in fila e dare un titolo a tutte le problematiche e cercare di capire il modo in cui le si possano risolvere.

Secondo lei, quali sono i possibili scenari futuri per l’Hub di Fiumicino, con 40mila dipendenti che vale il 10% del PIL del Lazio, vero e proprio gioiello per l’economia del trasporto aereo europeo?

Ricordo a tutti come negli ultimi anni Fiumicino sia divenuto veramente un fiore all’occhiello, ricevendo anche un premio legato alla gestione dell’emergenza covid. Ci auguriamo che il vaccino inizi a creare l’immunità di gregge che permetta il ritorno alla normalità anche per quanto riguarda la mobilità. In tal senso, si stanno ponendo dubbi se intervenire addirittura a livello comunitario. Fin quando non ci sarà, comunque, una ripartenza, avremo davanti mesi complicati. Per contrastarli, abbiamo chiesto l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per continuare la resistenza all’assenza dei consueti volumi di traffico. La speranza è la ripartenza. 

La Commissione Europea, da una mail pubblicata dal Corsera, suggerirebbe una vendita da parte del Governo degli slot di Alitalia di Fiumicino e Linate. Si vuole esprimere in merito?

Trovo l’atteggiamento della Commissione Europea prevenuto. Le faccio un esempio. L’amministrazione straordinaria, nelle richieste di ristoro, ha dovuto subire per tre volte di seguito il cambiamento dei criteri della rendicontazione dei ristori in corso. Cioè, nel mentre si decideva dove, come e cosa ristorare, l’Europa ha posto nuovi criteri. Per tre volte. A Lufthansa e Air France i, rispettivamente, nove e sette miliardi sono stati concessi senza che nessuno avesse nulla da dire. Per cui, questo atteggiamento, a mio modo di vedere, sostanzialmente prevenuto e anche un pò strabico, in cui si denota un’attenzione quasi maniacale per la vertenza Alitalia, deve far capire due cose. Innanzitutto un Paese che ha deciso di tornare a dotarsi di una compagnia di bandiera, deve esser messo nelle condizioni di farlo. Qui continuamente vengono posti ostacoli da parte della Comunità Europea. Anche perché questo atteggiamento è figlio del fatto che, in primis, se l’Italia tornasse ad avere una propria compagnia, tornerebbe a essere protagonista sul proprio mercato, oggi appannaggio di altri. Evidentemente verrebbero scombinati un pò i piani delle grandi compagnie che avevano messo nel mirino il nostro mercato aereo, il terzo in Europa, decimo al Mondo. L’atteggiamento europeo, quindi, è viziato da uno strabismo figlio di questi fattori. Il nostro Paese deve quindi compattarsi nella direzione di restituire all’Italia la propria compagnia di bandiera e di tornare sullo scenario geopolitico internazionale, che permetterebbe di tornare sulla scena dopo più di vent’anni. Forse, questo piano, dà fastidio.

Fiumicino è il comune in cui è nata l’Associazione Comune Aeroportuali d’Italia, ma sembra non avere voce in capitolo in questa vicenda. Ci dà un parere in merito? Cosa dovrebbe fare l’Amministrazione locale secondo lei?

Io devo essere onesto e sincero. Il Sindaco Montino, su questa vicenda, si è largamente speso nei mesi scorsi. Ultimamente è calato un silenzio sulla questione. Ho avuto anche diversi incontri con l’amministrazione comunale. Ma, ripeto, nell’ultimo periodo c’è silenzio, al netto degli incontri avvenuti in questi giorni con l’assessore comunale. Ritengo sia necessario che si torni a svolgere un’azione un pò più ficcante rispetto non solo alla vicenda Alitalia, ma all’intero discorso aeroportuale.

Come intende muoversi l’UGL in questo caso? Sono utili le manifestazioni come quella qualche giorno fa di fronte a Montecitorio?

La piazza è importante e va sempre rispettata. Anche noi abbiamo in animo di mettere in piedi una manifestazione. Chiaramente ognuno ha una propria strategia. Noi stiamo avviando un confronto con forze politiche e commissioni e a valle di questo, in assenza di risposte, chiameremo alla mobilitazione nel mese di febbraio. Siamo pronti a scendere in piazza. Ovviamente rispetto anche coloro che lo hanno fatto il 25 gennaio. 

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