
Entra nel vivo la campagna elettorale di Fiumicino, a meno di un mese dalla presentazione delle liste. Cresce la candidatura di Mario Baccini, che, forte dei successi ottenuti dal centrodestra alle elezioni politiche e alle elezioni regionali, accelera e punta su cambiamento e discontinuità rispetto al sindaco uscente del Pd Esterino Montino. Quella discontinuità che certo non può essere incarnata da Ezio Di Genesio Pagliuca, che di Montino è il vice e con lui ha governato per dieci anni. Altro che cambiamento. Ed è proprio su questo che punta Mario Baccini. “E’ tempo di cambiare. Finalmente”, ha scritto il candidato sindaco sui social. “Mi candido a sindaco per far diventare Fiumicino una città alla portata dei suoi cittadini, dove vivere bene, studiare e costruire una famiglia, lavorare e divertirsi, investire e invecchiare”, ha scritto ancora Baccini. “Sarò il candidato di una coalizione forte, estesa anche al contributo civico di numerosi cittadini, associazioni e professionalità che hanno deciso di essere protagonisti in questa campagna elettorale - ha spiegato il candidato sindaco - Dopo dieci anni di cattivo governo, il Pd di Fiumicino prova a vendersi come nuovo. Davvero una gran faccia tosta. Ebbene, è ora di cambiare passo. Di guardare oltre. Uniti, ognuno con le proprie competenze e diversità, possiamo fare la differenza”, ha concluso Baccini.

L’Italia lancia la sfida Smart. La digitalizzazione del sistema-Paese è stata al centro della presentazione del primo rapporto “L’Italia delle città intelligenti e sostenibili”, realizzato dal Centro Studi Tim in collaborazione con gli Osservatori Smart City e StartUp Intelligence del Politecnico di Milano e con il Dipartimento di Ingegneria, Ict e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti del Cnr.

Le prospettive di sviluppo delle Smart City e dei servizi digitali legati alla pubblica amministrazione e agli enti locali sono enormi: in Italia sono sempre più numerosi infatti i Comuni che hanno cominciato a progettare le Smart City. Nel 2027 gli investimenti in soluzioni Ict per le città intelligenti ammonteranno a circa 1,6 miliardi di euro e a livello globale la spesa per le Smart City raggiungerà il miliardo di dollari. Nel quadriennio 2023-2027, infine, le applicazioni Smart City basate su 5G, IoT e Intelligenza Artificiale contribuiranno a ridurre complessivamente ci scia 6,5 miliardi di euro il costo del traffico cittadino e di oltre 400 milioni di euro quelli legati all’inquinamento urbano grazie a una maggiore programmazione del trasporto pubblico e privato e dei flussi turistici. Senza contare che le nuove tecnologie consentiranno la riduzione ogni anno di 650mila tonnellate di anidride carbonica.

In questo contesto Fiumicino è ancora molto indietro e di “smart” finora il Comune ha davvero ben poco. Negli ultimi dieci anni l’amministrazione guidata dal sindaco uscente Esterino Montino e dal suo vice, Ezio Di Genesio Pagliuca, ora candidato alla sua successione sulla poltrona di primo cittadino, non ha brillato per soluzioni innovative. E i risultati, purtroppo, si vedono, a cominciare dalle condizioni del trasporto pubblico. E’ anche per questo che il candidato sindaco Mario Baccini ha messo al centro del proprio programma elettorale proprio la Smart City, cioè la creazione di una città di Fiumicino fatta a misura di persona e intelligente, in grado di cogliere le sfide del futuro in ogni campo: turismo, economia del blu, servizi ai cittadini, transizione ecologica e digitale. Il resto del mondo si è già messo in moto. Fiumicino magari lo farà dalle prossime elezioni amministrative del 14 e 15 maggio.

L’onda lunga del congresso del Partito democratico si abbatte, inevitabilmente, sulle prossime elezioni amministrative, in programma il 14 e 15 maggio. La vittoria di Elly Schlein, che è diventata segretario del Pd ribaltando alle primarie il precedente verdetto degli iscritti, ha riaperto il dibattito sulla linea politica dei Democratici e, in particolare, sulle alleanze. Una riflessione che, dopo le elezioni politiche, era stata messa nel cassetto e non affrontata in sede congressuale. Il disastro delle elezioni regionali, con il Pd alleato del Terzo Polo nel Lazio e del M5S in Lombardia, ha riportato d’attualità un nodo che Elly Schlein dovrà sciogliere una volta per tutte.

Le premesse appaiono delineare una scelta di campo molto chiara della nuova leader democratica. Il Pd torna a guardare a sinistra, e in particolare a Giuseppe Conte e al M5S, con parole d’ordine chiare: legalizzazione della cannabis, ius schola e ius soli, no al nucleare, stepchild adoption. Comprensibile lo sconcerto di Carlo Calenda, che ha detto che un dialogo e un’alleanza con un Pd schiacciato a sinistra diventa pressoché impossibile per il Terzo Polo. Certo, l’elettorato liberaldemocratico e moderato ha poco a che spartire con una piattaforma politica, quella della Schlein, alla quale guarda invece con interesse Giuseppe Conte, che ha già fatto capire di non vedere l’ora di incontrare la nuova segretaria democratica.

La scomposizione del campo progressista è in corso da tempo e vedrà cominciare una ricomposizione presumibilmente solo dopo le elezioni europee, complice anche il sistema elettorale proporzionale della tornata elettorale del prossimo anno. Ma alle prossime amministrative sui territori si dovranno compiere delle scelte. A Fiumicino, il sindaco Esterino Montino, sua moglie, la senatrice Monica Cirinnà, e il candidato sindaco Ezio Di Genesio Pagliuca rappresentano quella proprio sinistra che piace tanto alla Schlein e a Conte. Basti pensare alle battaglie sui diritti della Cirinnà. Come influirà tutto ciò nelle alleanze locali? E soprattutto, la chiusura a sinistra dei progressisti democratici come verrà vista dai tanti elettori moderati sul territorio. Possibile - o probabile - che molti di loro si guardino intorno o abbiano già cominciato a farlo, per cercare un’offerta politica diversa e più confacente al proprio profilo valoriale. Difesa del ceto medio e delle professioni, difesa della casa e della famiglia, rilancio dell’economia locale, servizi sociali diventano così le priorità di un elettorato moderato ben rappresentato dai programmi del candidato sindaco Mario Baccini e dalle sue liste civiche e molto meno dalla sinistra, soprattutto dopo la vittoria di Elly Schlein, anche in considerazione del fatto che il rinnovamento del Pd a Fiumicino semplicemente non c’è stato né ci sarà. Anche per questo gli elettori moderati stanno guardando ormai in un’altra direzione.