di Alessandra Feduzi
LA CANCELLIERA DEL PPE
Angela Merkel: la leader tedesca che ha conquistato il mondo.
Un gigante: 16 anni da Cancelliere della Repubblica federale della Germania.
Ha condotto una politica a volte condivisibile, altre volte meno, ma sempre da grandissima leader.
Il suo nome è noto a tutto il mondo: Angela Merkel.
Una donna coraggiosa, dimostrato in varie situazioni, a partire da come è entrata in politica, ovvero senza quote, passando dall’esercizio del potere in perfetto stile tedesco, ponendo gli interessi della sua Germania al di sopra di tutto, senza proclami, solo con i fatti concreti, arrivando a spiegare al suo popolo che i loro interessi coincidono con quelli dell’Europa, anche quando risulta difficile da capire e condividere, accettando di fermarsi e sedersi prima di essere travolti dal momento storico, avendo ben a mente gli obiettivi da raggiungere.
Vedere in televisione le immagini della sua lunghissima carriera produce una serie di emozioni, anche contrastanti, nonché di ricordi di tutti i suoi discorsi pragmatici tenuti ai congressi del PPE, quando la guardavo da vicino con ammirazione e stupore, quasi fosse un extraterrestre.
Con la fine del suo mandato termina un’epoca.
Ci mancherà la donna dalle mille giacche colorate, colei che tra le tonalità scure dei vestiti dei leder mondiali portava una nota di colore.
Oggi si può solo e semplicemente dire grazie!
IN ATTESA DELLA COALIZIONE
Elezioni tedesche.
Dai primi risultati un dato di fatto c’è: il partito socialdemocratico esce rafforzato da questa tornata elettorale, mentre il centro-destra tedesco gravemente indebolito.
Tuttavia, successo e fallimento per i primi due partiti, sono stati, rispettivamente, molto meno accentuati rispetto alle previsioni dei sondaggi. Il che vuol dire che, se da una parte il popolo tedesco ha espresso di volere un cambiamento votando per il 25,7% SPD, dall’altra, invece, si fida ancora fortemente dell’operato di CDU-CSU, 24,1%. D’altronde in Parlamento la differenza di deputati tra i due è ora di 10 persone.
Come sempre più frequentemente sta succedendo nei grandi paesi europei, nessuno dei primi due partiti può governare da solo. Se non danno vita alla coalizione più “naturale”, ovvero quella tra di loro, che darebbe una forte stabilità al paese, hanno necessariamente bisogno dei terzi e quarti, che nel caso di specie sono rappresentati dai verdi (14,8%) e dai liberali (11,5%).
Si deve arrivare a 368 seggi: le coalizioni, quindi, sono tutte da fare. E non è così scontato che vengano guidate dal partito che ha ottenuto più voti. Abbiamo già visto, proprio nel nostro paese, il formarsi di governi formati dal secondo e dal terzo partito.
Di sicuro il dopo-Merkel è iniziato con qualche tono infelice del suo vice-cancelliere, il leader del SPD Scholz, il quale ha affermato “di essere fiducioso che non sarà Angela Merkel a tenere quest'anno il discorso di capodanno”. Una stoccata molto poco elegante, ed alquanto banale considerato l’annuncio di due anni fa della stessa Merkel, nei confronti di un leader le cui doti politiche sono state riconosciute da chiunque a livello mondiale.
Ormai siamo abituati a non vedere più così tanta “eleganza” e “correttezza” in politica. Sarà di certo interessante, invece, vedere l’evoluzione delle trattative per la formazione del governo: riuscirà il SPD a spuntarla creando la coalizione cd. “a semaforo” (per i colori che contraddistinguono i socialisti, i verdi ed i liberali), o sarà necessario, invece, più tempo per comporre il nuovo governo coinvolgendo la CDU-CSU?