VOLLEY: le ragazze della San Giorgio pronte a conquistare la vetta
Lo sport a Fiumicino è abbastanza bistrattato e la principale causa di tanto disagio è la carenza di strutture dove i giovani possano praticare attività sia agonistica che amatoriale. Una delle discipline da sempre più apprezzate sul territorio è il volley.
Diario di città ha voluto intervistare il direttore generale della San Giorgio Pallavolo di Maccarese, Claudio Pellegrini,
che ci ha raccontato come la società, nata nel 1977, e le campionesse di Maccarese si stanno organizzando per ricominciare la stagione di allenamento e gare. Dietro la pallavolo ci sono passione, sacrifici, sudore, ma anche vittorie e tante soddisfazioni e le ragazze della San Giorgio sono pronte a farsi valere per riscattare anche l’anno passato.
Quali sono gli obiettivi della società per questa nuova stagione che sta cominciando? Avete già ripreso gli allenamenti?
L’obiettivo principale è di ricominciare l’attività dopo due anni di stop per il covid, quindi partendo dai più piccoli del minivolley, che comprende la fascia di età dai 5 agli 11 anni. Il secondo obiettivo, parallelo, è quello di riprendere l’attività con la l’agonistica giovanile, quindi under 13, under 14 e under 16, che ci permette di avere una prima squadra, formata da elementi del settore giovanile. Per quanto riguarda gli allenamenti, ancora non li abbiamo ripresi del tutto, solamente la serie C che stiamo facendo nel progetto che ci vede coinvolti con il Valcanneto, ma li riprenderemo a breve, dalla settimana del 13.
Attualmente dove vi allenate, avete uno spazio che vi permette di allenarvi in modo assiduo e costante?
Abbiamo qualche problema con le palestre, in quanto abbiamo partecipato al bando, ma non ne sono ancora usciti i risultati. Perciò non sappiamo quali palestre ci spetteranno. Inizieremo utilizzando le palestre provinciali, non soggette a bando del comune. I risultati non usciranno a breve, perciò dovremmo organizzarci in qualche altra maniera, ma questo bando per le palestre comunali durerà tre anni, e questo significa che le palestre che ci saranno assegnate saranno valide per tre anni. Dunque, speriamo di poterci allenare in modo assiduo e costante, se non avremo le palestre ci arrangeremo al mare, in spiaggia, per la prima settimana, come abbiamo fatto l’anno scorso.
Tra le ragazze della squadra, pensi possa essercene qualcuna che arriverà in serie maggiore, dato che Fiumicino ha sfornato diversi campioni regionali in diverse discipline?
Tra le ragazze della squadra, attualmente non credo ci sarà qualcuna che possa arrivare in serie A, sicuramente ce ne sono diverse che possono arrivare a livelli buoni per il nostro territorio. Nella nostra società, già abbiamo sfornato dei ragazzi, in particolare i fratelli Gabriele e Ilaria Maruotti. Il primo ha giocato in nazionale, in serie A1 per anni ed ha smesso l’anno scorso. Mentre la sorella gioca ancora in serie A2. Entrambi hanno iniziato nelle nostre giovanili. Ci sono diverse ragazze del settore giovanile promettenti, non di quel livello lì, ma non si può mai sapere.
Le ragazze della squadra sono tutte del comune di Fiumicino o ce ne sono alcune provenienti da fuori?
Le ragazze sono tutte del comune di Fiumicino, anzi proprio di Maccarese e Fregene. Qualche volta capita di avere qualche ragazza che proviene dai comuni limitrofi, come Cerveteri e Bracciano, non di più.
Quanto ha pesato la pandemia all’interno della squadra e per gli allenamenti?
La pandemia ha pesato tantissimo, non tanto per la pandemia in sé, ma per la mancanza di palestre. Noi a un certo punto potevamo ricominciare, ma non avevamo le palestre e gli spazi per farlo, in quanto il comune ha vietato la possibilità di utilizzare le palestre, a differenza di tutti gli altri comuni, motivo per cui siamo stati limitati.
Cosa pensi a proposito della pallavolista di serie B rimasta incinta, motivo per il quale è stata citata in giudizio dalla sua società, impedendole di giocare?
La ragazza, rimasta incinta, non poteva giocare e le è stato negato lo stipendio dalla società. C’è un problema di fondo: il pallavolista non è un professionista, perciò non è un lavoro riconosciuto, (se non di serie A). Lei appartenendo alla serie B, non aveva un contratto ufficiale. Detto ciò non è accettabile che la società si sia comportata in quel modo. Bisognerebbe regolarizzare il fatto che se un giocatore, gioca per lavoro, deve avere tutte le assicurazioni che un lavoro normale offre. A livello morale è vergognoso e questo penso sia scontato.
Quest’anno la portabandiera delle Olimpiadi è stata una pallavolista donna, fatto che rappresenta un grande smacco, in quanto la pallavolo è sempre stato uno sport prettamente maschile, com’e attualmente la situazione della pallavolo femminile?
All’inizio la pallavolo era uno sport maschile, ma negli ultimi anni questa cosa si è sovvertita, perché il movimento è cresciuto tantissimo, ed è diventato quasi uno sport prettamente femminile, tant’è che noi per anni abbiamo avuto il settore maschile, ma negli ultimi vent’anni abbiamo principalmente il settore femminile e da qualche anno abbiamo ricominciato con qualche gruppetto maschile. Per quanto riguarda la portabandiera, non è uno smacco tanto per lo sport della pallavolo, ma un grande segnale che una donna, simbolo della pallavolo, per di più di colore, sia stata incaricata di rappresentare l’Italia come portabandiera durante l’evento sportivo più prestigioso al mondo.
Cosa pensano le ragazze riguardo la nuova stagione? Sono motivate?
Le ragazze, da mesi, ci chiedono di ricominciare e sono molto motivate nel farlo. Il problema è sempre lo stesso: non abbiamo certezze a livello di strutture e di palestre. Sicuramente quest’anno ricominceremo, se non tutti e subito, ma spero che al massimo per ottobre, tutte le squadre, giovanili, amatoriali e over, ricominceranno.