SCUOLA: ANCHE COL GREEN PASS NON SI PASS(A)
E’ trascorso poco più di un mese dalla pubblicazione del decreto legge n.122 del 2021 che ha esteso l’obbligo del green pass, oltre che al personale docente e di servizio, a chiunque acceda alle strutture delle istituzioni scolastiche compresi i genitori. Certo la normativa non ci stupirebbe, in quanto ci siamo “abituati” a convivere con obblighi che a tratti non sembrano rientrare tra i sillogismi più logici, se non fosse che capiti spesso che pur avendo il benedetto green pass non si pass(i).
Il caso vede protagonisti i genitori di alcune scuole dell’infanzia dislocate nel territorio del comune di Fiumicino, che dopo la” battaglia dei cambi” conclusasi lo scorso anno con la possibilità di igienizzare il proprio bambino che nonostante il controllo degli sfinteri incappi in incidenti di percorso facendosela letteralmente addosso permettendogli così di proseguire l’ attività educativa, quest’anno si ritrovano a combattere contro la disorganizzazione dei plessi poiché ,nonostante ai genitori sia concessa ex legibus la possibilità di entrare nel plesso-DOPO OPPORTUNO CONTROLLO DEL CERTIFICATO VERDE COVID-19 e registrazione della presenza, e cambiare il proprio figlio lasciandolo cosi libero di continuare la frequenza scolastica (come recita il punto B della lettera indirizzata alle insegnanti delle scuole d’infanzia comunali ed ai genitori) non raramente, ci si imbatte di fronte all’assenza della figura preposta al controllo.
Ricapitolando: l’anno scorso nessuno poteva accedere ai locali scolastici e quindi il cambio dei bimbi da parte dei genitori avveniva alle intemperie senza possibilità di rientro per proseguire l’attività educativa perché nel frattempo il bimbo in questione poteva “contaminarsi”. Resosi conto della “follia” i genitori ottengono il reintegro del bimbo (cambiato alle intemperie) alle attività scolastiche permettendo il rientro a lavoro anche ai genitori stessi. Quest’anno nonostante il decreto ,previo GREEN PASS, conceda la possibilità di accedere ai locali per il cambio il tutto viene vanificato perché la figura preposta al controllo è assente.
Ovviamente a farne le spese sono i “poveri” genitori costretti ad abbandonare il lavoro per soccorrere i propri figli( il che non è il massimo vista la precarietà dell’occupazione) ma ancor di più ci dispiace pensare che un bambino venga lasciato in assenza di condizioni igienico-sanitarie comportando una lesione dei diritti del minore con conseguente danno fisico e psicologico.
Purtroppo la storia dei “cambi” si tramanda da generazioni, di preciso non riusciamo a comprendere la radice del problema, se vi è una lacuna giuridica o se ci si rifà a norme igienico-sanitarie retrograde sta di fatto che è e resta una questione irrisolta da anni e che forse ha raggiunto la sua massima sopportazione in un periodo storico in cui vengono imposti divieti su divieti per evitare determinati rischi ma non prevedendone altri che intaccherebbero le sorti della futura classe dirigente sporcando per sempre il senso civico che invece noi adulti dovremmo preservare ed aiutare a coltivare.
Mum4president