• L'AUTUNNO MINACCIA IL NORD DI FIUMICINO

    L'AUTUNNO MINACCIA IL NORD DI FIUMICINO

Baccini: più investimenti sulla disabilità e un censimento delle vere esigenze di Fiumicino

 

Il Comune di Fiumicino deve investire di più sulla disabilità, perché solo così si potrà realizzare una città realmente solidale. A dirlo, in un lungo intervento pubblicato da ilfaroonline.it è Mario Baccini, leader dell’opposizione e coordinatore del centrodestra a Fiumicino, che, proprio sulle politiche a sostegno della disabilità messe in campo in questi anni dalla sinistra vuole vederci chiaro e chiede: “E’ stato fatto un censimento reale delle attuali esigenze territoriali?”.

“Da tempo - scrive Baccini nel suo intervento - sono impegnato sul tema della disabilità, e le ultime vicende accadute non fanno che convincermi ancora di più che Fiumicino ha bisogno di un cambio di passo su questo versante”.

“Era ottobre 2021 - ricorda il coordinatore del centrodestra - quando decisi, con la Fondazione Foedus e Primo Consumo, l’associazione che da anni opera a Fiumicino a sostegno dei diritti dei consumatori, di organizzare presso il Centro Commerciale Leonardo, da sempre attento alle tematiche sociali del territorio, un seminario sulla disabilità. Fu l’occasione per parlare della  Convenzione Onu sui diritti dei disabili, in vista della Giornata Internazionale delle persone con Disabilità. Ecco, da allora non si è fatto molto per declinare sui territori quei principi fondamentali di rispetto della persona e delle sue esigenze. Piuttosto c’è stata una gestione emergenziale e approssimativa. Le ultime proteste a Fiumicino, per la chiusura della Casa di Daniele, casa famiglia, ne sono la prova. Aggiungo: ho presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno, approvato all’unanimità, per la nomina di un garante per le disabilità; ma da allora ancora nulla di fatto”.

“Mi chiedo, e chiedo all’Amministrazione, se davvero sia mai stato fatto un censimento delle reali esigenze del territorio, delle possibili utenze che, ad oggi, non sono state raggiunte dai Servizi sociali - prosegue ancora Baccini -  Ce ne sono all’Isola Sacra, ma mi risulta che ce ne siamo molte nel nord del territorio comunale, famiglie che si sentono completamente abbandonate dalle istituzioni. Mi chiedo se non fosse stato il caso di potenziare le strutture esistenti invece di chiuderle, così come mi chiedo quale futuro si prospetta per le attività attualmente ancora operative. In mancanza di un piano organico, previo censimento delle necessità, tutto è lasciato alla discrezionalità dei singoli, ed è evidente che in un campo come questo non è accettabile. Mi chiedo, inoltre, che fine faranno i soldi già stanziati in Bilancio per la Casa di Daniele, a quale capitolo verranno destinati, e se resteranno nel sociale a chi verranno dati. Tutte domande che restano su una vicenda che è solo la punta dell’iceberg di un disagio sociale tanto invisibile quanto diffuso”.

“La mia idea di città - conclude Baccini - è quella di una città realmente inclusiva, e non solo per slogan; una città che prenda decisioni solo dopo aver monitorato il territorio e sentito le persone coinvolte, una città dove le esigenze della disabilità diventino una voce di spesa importante, e non di contrazione di investimenti. Ad oggi siamo molto lontani da quell’idea…”

E, a proposito della Casa di Daniele, c’è da registrare la frattura della maggioranza di sinistra proprio su questo tema. La chiusura della struttura per disabili psichici ha creato un terremoto nella sinistra, come riporta proprio oggi Il Messaggero. Il consigliere comunale di Demos Maurizio Ferreri ha guidato un sit-in di protesta davanti alla casa di via Opacchiosella per contestare l’esiguità dei fondi stanziati - appena novemila euro - per espletare il servizio nel mese di agosto, quando il Consiglio comunale aveva approvato, a luglio, in assestamento di bilancio 60mila euro, 12mila euro mensili da girare alla cooperativa che gestisce il centro. Dal canto suo, il sindaco Montino ricorda come la struttura sia di fatto un appartamento concesso in comodato d’uso dalla famiglia che ne è proprietaria alla cooperativa, con la condizione che quest’ultima si prendesse cura del figlio. Ora la famiglia ha deciso di revocare il comodato d’uso. Ma il Comune ancora non ha chiarito come verranno utilizzate le risorse finora destinate alla Casa di Daniele e se e come il servizio verrà sostituito.

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