Il centrodestra unito vince. Lo dicono i sondaggi, lo hanno detto e ripetuto i leader dei partiti. Ma, soprattutto, lo hanno detto gli elettori nell’ultima tornata amministrativa. Vale sia a livello nazionale che locale. Dove il centrodestra si presenta unito vince o stravince. E’ il caso di Genova, Palermo e L’Aquila. Ma anche di Rieti e Ladispoli. E, se non vince al primo turno, va al ballottaggio in testa, come accade a Frosinone (al candidato sindaco Mastrangeli sono mancate poche centinaia di voti per vincere al primo turno), Ardea, Guidonia.
In provincia di Roma e nel Lazio il centrosinistra arranca. Addirittura a Guidonia Montecelio il campo largo che piace tanto al segretario del Pd Enrico Letta e al governatore Nicola Zingaretti affonda e non arriva neppure al secondo turno. Idem a Ladispoli, con la candidata democratica addirittura terza. Altrove l’asse Pd-M5S tiene botta ma non sfonda, è il caso di Ardea, ma anche di Viterbo, dove il centrodestra unito avrebbe probabilmente avuto nuovamente campo libero e invece le divisioni spalancheranno la strada alla civica Frontini (ma con la candidata del Pd, l’assessore regionale Alessandra Troncarelli, probabilmente destinata a perdere allo spareggio). E’ lo specchio di quel che succede anche a livello nazionale. A Verona e Parma il centrosinistra è sì avanti, ma solo grazie alle divisioni del campo avversario.
Insomma, tra le due coalizioni sembra stare molto meglio il centrodestra, nonostante le incomprensioni tra i propri leader non siano ancora state del tutto risolto. Ma le classi dirigenti locali sembrano essere ben consapevoli che alla fine i problemi andranno risolti. E prima si fa meglio è. Tanto per le elezioni politiche, quanto per quelle regionali nel Lazio e, in prospettiva, per la prossima tornata amministrativa.
Una lezione che vale per la Regione Lazio, ma anche per i Comuni che andranno nella prossima primavera 2023 al voto dopo la tornata elettorale politica e regionale. A Fiumicino il cantiere del centrodestra unito è stato già avviato dal coordinatore della coalizione Mario Baccini e vede seduti allo stesso tavolo tutti i partiti con l’obiettivo di stilare un programma di governo ambizioso, concreto e realizzabile per lo sviluppo economico e sociale della città. Il lavoro sarà lungo, ma è partito sotto i migliori auspici. Soprattutto, il prerequisito dell’udità della coalizione sembra non essere messo in discussione da nessuno, a differenza di quanto accadde quattro anni fa.
C’è poi da dire che la tenuta dei partiti sembra dare garanzie sufficienti. La tornata elettorale nel Lazio se da un lato ha certificato la tenuta del Pd, dall’altro ha messo in evidenza il crollo del M5S e l’ascesa di Azione laddove i Dem andavano in coalizione con i 5 Stelle. Sul fronte centrodestra, il voto ha da un lato certificato l’ascesa di Fratelli d’Italia, ma dall’altro ha sancito la tenuta della Lega in tutti i Comuni: Rieti, Frosinone, Ladispoli (in questi ultimi due Comuni era presente anche la lista civica del sindaco di espressione leghista), Ardea. Addirittura, Rieti tra i 26 capoluoghi di provincia al voto è quello in cui il Carroccio è andato meglio. Non solo: anche le liste civiche di centrodestra sono andate bene, riuscendo spesso ad allargare il perimetro della coalizione senza pregiudicare il voto di lista dei partiti. Lezioni di cui tenere conto.