Monday, 26 April 2021 17:08

Porno-cataloghi: come trasformare la giornata del libro in aggressione all'infanzia

Written by ViviAmo Fiumicino
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Negli ultimi giorni,  Fiumicino è stato investito a livello mediatico, a seguito di un increscioso "incidente" avvenuto in alcune scuole elementari  e dell'infanzia statali del territorio. Nello specifico, sarebbero stati distribuiti erroneamente dei libri facenti parti del progetto no profit della Fondazione Benetton "Piccoli passi nel Mondo", che vede tra i promotori anche il Comune di Fiumicino e che è in essere già da diversi anni.

Fin qui tutto nella norma, anche perché trattasi di libri illustrativi sull'evoluzione delle diverse culture dei cinque continenti, utili anche per la crescita culturale e personale degli alunni. Questa volta però all'interno di questi libri, sono state inserite immagini sessualmente esplicite, seppur considerate artistiche, assolutamente inadatte per una platea di lettori di questo tipo. I genitori dei bambini coinvolti, hanno legittimamente fatto pervenire al corpo docenti tutto il loro sdegno e disappunto, per il contenuto altamente lesivo alla serena crescita e consapevolezza personale e anche sessuale dei propri figli. Successivamente a queste segnalazioni, alcuni esponenti politici di opposizione, hanno chiesto spiegazioni, con apposite interrogazioni a diverso livello, inducendo  così l'Amministrazione a chiedere alla suddetta fondazione, il ritiro immediato dei libri in questione.

Non è chiaro altresì, come sia stato possibile distribuire questi libri, bypassando ogni forma di controllo da chi evidentemente preposto per competenze. Non volendo entrare nel merito di questo lavoro artistico e a chi fosse realmente indirizzato, ma indiscutibilmente offensivo per immagini e contenuti didascalici proposti, alcune blasfeme, altre addirittura lesive e anacronistiche per l'immagine che viene proposta della donna, appare evidente, che alunni di una certa età, non abbiano alcun vantaggio in termini di crescita culturale, alla visione di un Mondo a loro sconosciuto e ben lungi dai "piccoli passi" auspicati. Pur se formalmente sia arrivata l'amminissione di errore in fase di distribuzione da parte della fondazione, con tanto di scuse annesse, altrettanto non si può dire per il Comune di Fiumicino, il quale si è limitato soltanto a precisare che si trattasse di un mero errore di consegna, ma non ha pensato di fare pervenire, a prescindere dalle responsabilità, le scuse ai genitori, ma prima di tutto ai bambini. Affrontare certe questioni e cercare e pretendere spiegazioni, per il bene dei propri figli e in generale dei bambini, affinché episodi di questo tipo, non si verifichino più, NON È STRUMENTALIZZAZIONE, ma è un diritto legittimo della comunità, di chiarire se l'errore stesso sia stato dettato da negligenza a più livelli o se magari ci possa essere altro. 

È evidente, che quando una città, padri e madri di famiglia insorgono, qualcuno debba farsi delle domande e darsi eventualmente delle risposte. Se tutelare i minori significa essere bigotti, se preservare i minori significa essere non cresciuti culturalmente, se difendere i minori significa essere figli di un certo retaggio culturale oscurantista e oppressivo, allora fieri di esserlo. Ma senza voler troppo creare delle fazioni di comodo e utili a spostare l'argomento su altri livelli, per esulare da eventuali responsabilità, spolverando stereotipi tipo del maggior dialogo con i propri figli, dell'uso incontrollato dei dispositivi tecnologici di comunicazione, dei social, basta tenere a mente le celebri parole di Martin Luther King, peraltro già presenti concettualmente in Kant, passato alla storia di certo non per essersi distinto per razzismo omofobia e arretratezza culturale, bensì per le sue idee progressiste e per essersi battuto fino a pagare con il prezzo più alto, la vita, per una società più giusta, le quali erano e sono più emblematiche di qualsiasi sentenza giudiziaria e dovrebbero fungere da passepartout,  nei confronti di tutti quei tentativi di imposizione e condizionamento, verso il pensiero altrui, ovvero: " la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri". La libertà in questo caso di minori, anzi bambini di elementari e scuole dell'infanzia, avvalorata oltretutto dall' art. 21 della nostra Costituzione,  il quale seppur adeguato ai tempi e contestualizzato alla società in continua evoluzione, sancisce dei limiti alla libertà di pensiero e di espressione verbale e scritta, quindi anche per immagini, che sì non è sottoposta a censura, ma è sottoposta a necessarie limitazioni alla diffusione per precise motivazioni, tra le quali quando essa travalica il buon costume e il pudore di terzi, oltremodo NON CONSENZIENTI come i bambini. 

Non è pertanto possibile imporre la propria cultura e il proprio modo di interpretare e vivere certe questioni, non lo prevede la LEGGE e non lo prevede la DEMOCRAZIA e le sue regole di rispettosa convivenza, tra diversi modi di pensare e di agire, all'interno di qualsiasi società civile e moderna. Se così non fosse, si configurerebbe altrimenti un REGIME e crediamo universalmente di sapere cosa significhi l'assenza di libertà, di non poter scegliere in autonomia per noi e per i nostri figli minorenni, di cui siamo responsabili. Esistono altri modalità, peraltro condivisibili e sicuramente più corrette e funzionali, per far approcciare gli studenti, già in tenera età alla sessualità, ma di certo non è questa la tipologia educativa adatta, né tantomeno altre che di tanto in tanto si tenta di introdurre all'interno delle scuole di un certo ordine e grado. Spetta ora alla politica fare chiarezza ed alla magistratura attribuire eventuali responsabilità, ma spetterebbe alle istituzioni locali, amministrative e scolastiche, dare una posizione più netta e di presa di distanza da certa "cultura" e da una certa "arte", in virtù del loro ruolo all'interno della comunità, responsabili insieme ai genitori, della loro crescita culturale e personale.

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