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Monday, 12 April 2021 08:21

Un anno di covid: ripercorriamo le tappe (parte I)

Written by Carlo Russo
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PREFAZIONE

Il presente articolo è suddiviso in capitoli in base alle aree tematiche trattate e per tale motivo, risulta alquanto lungo, come lungo è stato questo primo anno di pandemia, il quale richiede tutto il nostro rispetto, in termini umani, per le migliaia di persone venute a mancare e per le drammatiche conseguenze economiche prodotte, meritando oltremodo, una ricostruzione articolata e il più possibile oggettiva, pur accompagnata da considerazioni e osservazioni, di quanto sia accaduto in questo periodo.

I. -La comparsa del covid-19 con le prime restrizioni e il lockdown.

La vita della maggior parte delle persone al Mondo o almeno di quelle delle aree geografiche più sviluppate, fino a poco tempo fa, era perfettamente sincronizzata come un orologio meccanico, ovvero in base all'età di ognuno, essa si divideva tra lavoro, famiglia, scuola, impegni domestici e di varia natura, sport, hobby, attività di svago... poi all'improvviso è piombato come uno tsunami il covid-19, che l'ha completamente stravolta e profondamente segnata, andando a compromettere quell'equilibrio in essere. Per quanto concerne il nostro Paese, dopo i primi casi registrati in Lombardia nel febbraio 2020, il virus a poco a poco ha cominciato ad espandersi nel resto delle regioni, tanto da richiedere da parte del precedente Governo, la necessità di emanare le prime restrizioni per arrivare poi, come conseguenza alla dichiarazione di pandemia ad opera dell'OMS e all'impennata dei nuovi contagi nella nostra penisola, con relativo affollamento negli ospedali e nelle terapie intensive, a dichiarare in data 11 Marzo 2020, con una diretta a reti unificate dell'allora Presidente del Consiglio, il lockdown nazionale. Da questo momento in poi, si è susseguito un tira e molla di aperture e chiusure, dove se nel periodo estivo, con l'aiuto anche delle alte temperature, i contagi erano ampiamente diminuiti e c'era la sensazione generale, che il  virus fosse stato ben contenuto, con l'arrivo dell'autunno in realtà è iniziata a registrarsi la ripresa dei contagi e gli ospedali di nuovo andati in affanno. Eppure gli esperti e gli scienziati, paventavano già in tempi non sospetti, una seconda ondata di contagi nei mesi autunnali, con il ritorno dalle vacanze, con la ripresa delle scuole, con l'arrivo delle temperature tipiche del periodo ovvero più basse. 

Nonostante queste indicazioni, il Governo precedente nei fatti, ha dimostrato invece di non averle recepite o che non è stato in grado di farlo, tanto che è stato concesso agli italiani di andare in vacanza in quei  Paesi dove il coronavirus, essendo sopraggiunto molto tempo dopo rispetto al nostro, si trovavano nel periodo estivo in piena emergenza. Non sono state potenziate le terapie intensive e dato luogo ad un arruolamento di personale medico e paramedico in maniera adeguata, rispetto alla situazione di emergenza in cui versava il Paese. Non sono stati inoltre potenziati i trasporti pubblici in occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico e quindi con un'utenza maggiore a cui dover far fronte, tanto da dover sacrificare migliaia di ragazzi, specialmente delle scuole superiori, alla didattica a distanza, facendo venire alla luce anche la cronica carenza di strutture scolastiche. 

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II.-L'ITALIA suddivisa per colori, tra chiusure e aperture e nuove restrizioni.

Cosicché dopo la pausa estiva, che ha visto un generale abbassamento della guardia, con non poche bizzarrie quali discoteche aperte senza controlli adeguati, con i bonus vacanza e bonus monopattino, il Paese si è ritrovato in Autunno ad essere suddiviso in colorazioni differenti, a seconda dell'andamento dell'indice RT e a seconda di determinati parametri, quali il numero di ricoveri negli ospedali e nelle terapie intensive. In questo preciso momento, sempre con apposita diretta nazionale, ci fu chiesto un ulteriore sacrificio e di portare ancora pazienza, in virtù anche di nuove restrizioni negli spostamenti, negli orari, nelle chiusure dei centri commerciali nei fine settimana, nelle chiusure serali dei ristoranti, nel coprifuoco a partire dalle 22:00 e molto altro ancora, in modo tale di cercare di poter trascorrere un Natale se non nella normalità, ma almeno a qualcosa che ci si potesse avvicinare. Come tutti ben sanno, questo non si è verificato tant'è, che siamo arrivati a questa Pasqua, con le stesse restrizioni di un anno fa, ma mentre allora eravamo perlopiù, tutti con la speranza, che si potesse risolvere nel giro di breve tempo e  pressoché tutti ritenessero necessario il lockdown in quella fase per tutelare la salute pubblica, ora invece che il popolo è più stanco; provato; sfiduciato; con il proprio posto di lavoro a rischio, in procinto di perderlo o perso del tutto; con i risparmi assottigliatisi; con la casa a rischio di perderla; con imprese sull'orlo del fallimento; che è stato suo malgrado spettatore di una crisi di Governo, al termine della quale ha visto  partorirne uno nuovo, l'ennesimo non eletto, il quale al momento ancora non ha fatto quell'auspicato cambio di passo rispetto al precedente; che ormai ha la sensazione se non l'amara consapevolezza, che questo deleterio tira e molla di chiusure e aperture, non faccia altro che alimentare questa lenta agonia, sia da un punto di vista economico che sociale. 

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