Monday, 29 March 2021 14:37

Risse e microcriminalità, la misura di Fiumicino è colma

Written by ViviAmo Fiumicino
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Abbiamo appreso dai media locali, di questo increscioso episodio, avvenuto ad Isola Sacra nel pomeriggio di Domenica delle Palme, che ha visto protagonista una rissa tra giovanissimi, di cui non conosciamo né le ragioni né tantomeno la dinamica, ma di cui sappiamo gli effetti prodotti, i quali sarebbero potuti essere molto più gravi e irrimediabili. Questa notizia ha provocato in noi, come nel resto della nostra comunità, sconcerto ma al contempo però e purtroppo non ci ha lasciati sorpresi.  Partendo dall'assunto, che in passato, episodi di violenza tra ragazzi, quali litigi, risse o altro, si siano sempre verificati, ma altrettanto va detto che il più delle volte questi, si risolvevano anche con una stretta di mano o addirittura con l'instaurarsi di una nuova amicizia.

Da un po' di anni a questa parte, si sta registrando invece una escalation di violenza fra i giovani, figlia forse di un disagio esistenziale latente, conseguente alla carenza o comunque ad un insufficiente livello di rapporti interpersonali, sia in ambito familiare, dove l'evoluzione che la famiglia ha subito col tempo, ha forse lasciato spazio a una confusione di ruoli e a un venir meno di indispensabili punti riferimento, che anche ad altro livello, quale la scuola, lo sport, le amicizie le quali queste ultime sempre più virtuali  e poco o nulla reali.  Molto spesso, si tende a scaricare la responsabilità alla società e alla sua relativa degenerazione, ai media, ai social, addirittura alla politica e alla Chiesa e ci si interroga sulle motivazioni e sulle origini di questi "mali". Facendo ciò illudiamo noi stessi, sfuggendo invece dalla realtà, la quale è molto più semplice, ma anche più cruda di quanto sembri, ovvero che la responsabilità è di ognuno di noi, dato che la società si fonda su ogni singolo individuo, che i media assecondano i gusti delle persone, che la politica è fatta appunto di persone elette dal popolo per rappresentarci e infine anche i sacerdoti sono esseri umani come noi. 

Se si parlasse di più con un figlio, se ci si rapportasse di più con le persone in presenza e se si utilizzassero meno i social, magari tanti equivoci, tanti malintesi e tante degenerazioni si eviterebbero. Ovviamente questo disagio, nell'ultimo anno, ha raggiunto livelli esponenziali, a causa delle misure restrittive, che seppur motivate da un'emergenza sanitaria tutt'ora in corso, hanno però costretto le persone e specialmente i più giovani, i quali hanno una personalità ancora da formare e definire, a rinunciare molto spesso ad uscire di casa, penalizzando l'interscambio socioculturale con i propri coetanei, a non frequentare la scuola in presenza, a non praticare lo sport amato, a non coltivare le proprie passioni ed è per questo motivo, che la scuola, così come lo sport, la musica, il teatro, la danza e arti in genere o come tutte le altre attività ludico ricreative, debbano tornare necessariamente al più presto a riaprire, in sicurezza certamente sì, specialmente quando la campagna vaccinale, potrà entrare a pieno regime, ma riaprire per garantire di nuovo una frequentazione costante ai ragazzi, dando loro la possibilità di raggiungere o quantomeno provarci a dare loro una certa stabilità interiore. Con questo, non vogliamo attribuire nel modo più assoluto, la responsabilità alla pandemia, perché non corrisponde al vero e sarebbe troppo semplicistico, ma possiamo tranquillamente affermare, che essa ha agevolato la deriva di situazioni già arrivate al limite. 

Parallelamente infatti c'è da dire, che in questo anno si è registrato un forte aumento di violenze domestiche e di femminicidi, a dimostrazione di quanto i disagi siano trasversali, ma anche pregressi e che basta concedere loro un'occasione o una circostanza, per farli sfociare in atti estremi e drammatici. Le conseguenze di questa pandemia quindi, oltre ad essere sanitarie ed economiche, sono purtroppo anche sociali e a questo punto generazionali, perché alla luce di questo increscioso episodio avvenuto nel nostro territorio, ma anche per tutto quello che in questo periodo sta covando tra i nostri giovani, a volte anche incolpevoli, perché "vittime" di imposizioni politico-sanitarie, si sta rischiando di innescare una vera e propria bomba ad orologeria, pronta ad esplodere nei prossimi tempi. Se è vero che la privazione accresca il desiderio, ne consegue che a quelle rare occasioni di convivialità e di incontro tra ragazzi, si possa esagerare e dar sfogo ad eccessi, talvolta anche incontrollabili. Quale futuro quindi vogliamo dare ai nostri ragazzi e ai nostri figli? Noi adulti e specialmente chi ha poteri decisionali, abbiamo in tal senso una  grossa responsabilità, forse la più grande e verso di loro abbiamo dei precisi doveri, dai quali non possiamo e non dobbiamo tirarci indietro, altrimenti si rischia di alimentare un "conto salatissimo", che verrà pagato dalla società di oggi e quella di domani. 

In tal senso, le istituzioni e la politica, devono saper cogliere questi segnali e correre ai ripari, ad esempio reistaurando situazioni di sana aggregazione giovanile con spazi a loro dedicati, cercando di rendere lo sport protagonista nelle scuole, con la creazione di squadre di istituto degli sport più amati e popolari, cercando di incitare tutti quei giovani predisposti alle arti, sempre all'interno delle strutture scolastiche, con corsi dedicati  assecondando così le loro aspirazioni, reinserendo anche il servizio di leva o il servizio civile, per responsabilizzare i ragazzie per creare quel sano spirito di squadra e di corpo. È arrivato il momento di agire, di fare delle scelte non più procrastinabili, per far si che questa deriva giovanile, che si trasformerà in futuro, in un'inesorabile involuzione dalle più imprevedibili sfumature, possa rientrare ed essere recuperata.

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