Monday, 15 February 2021 18:25

Crisi Trasporto Aereo, Di Domizio (UGL TA): Servono vere tutele per lavoratori stagionali. Ammortizzatori sociali non bastano Featured

Written by Marco Di Domizio
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di Marco Di Domizio (UGL Trasporto Aereo - Ufficio Stagionali) A seguito degli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid-19 il trasporto aereo mondiale, già da circa un anno, si è praticamente fermato, con una contrazione media nel 2020 di circa il 75% e il 90% nei mesi più critici. 

In questo settore, come in altri su cui l’impatto socio-economico è stato più violento, si resta impazientemente in attesa della realizzazione del piano vaccinazioni, unica variabile che probabilmente restituirebbe fiducia alla ripresa dell’operativo delle compagnie aeree e, conseguentemente, a tutte le attività aeroportuali di fornitori e indotto.

L’impatto della crisi sulla comunità aeroportuale, che conta circa 40 mila lavoratori solo nel Lazio, ha mostrato soprattutto la fragilità delle categorie meno tutelate, in particolare dei lavoratori a tempo determinato e degli stagionali. Mentre i lavoratori a tempo indeterminato hanno beneficiato da subito degli ammortizzatori sociali, vedendo integrare i loro stipendi da CIGO e CIGS FIS , i lavoratori stagionali aeroportuali cosiddetti “precari” non hanno avuto inizialmente alcun riconoscimento dai provvedimenti governativi emanati a fronte della crisi del lavoro, e anche le misure predisposte successivamente si sono rilevate parziali per una buona parte della categoria.

Per i tempi indeterminati, inoltre, lo stesso Fondo di solidarietà per il Trasporto Aereo non è intervenuto modo uniforme, alcune aziende aeroportuali di dimensioni più piccole sono rimaste indietro e hanno avuto le integrazioni in ritardo rispetto a quelle di grandi dimensioni. Sono i lavoratori “precari” ad essere comunque rimasti una popolazione “fantasma” nonostante i numeri. Si tratta di migliaia di lavoratori che per anni hanno investito la loro vita in questo settore, basti pensare che in Alitalia tra il personale di Terra sono più di mille e più “anziani” hanno fatto il loro primo ingresso in azienda nel 2008, svolgendo le mansioni con esperienza e capacità al pari dei colleghi a tempo indeterminato.

Questo di Alitalia è solo l'esempio più eclatante per numeri e anzianità, ma stesse problematiche e stessa sorte coinvolge anche i lavoratori di Aeroporti di Roma, o quelli impiegati presso le società aeroportuali che si occupano di Handling e pulizie. Tutti loro hanno pagato per primi le conseguenze di questa crisi perché sono stati i primi a non essere più richiamati dopo l’esplosione della pandemia. La ricerca di lavoro in questi mesi non è stata facile per loro e molti sono ancora disoccupati. L’unico sostegno per qualche mese è stato la NASPI, ma per molti è uno strumento già esaurito, essendo questa legata al numero di mesi lavorati nel contratto precedente.

Senza contare l’infinita e beffarda vicenda INPS in merito alla concessione del bonus previsto dai decreti Ristori. Tale sussidio, inizialmente concesso ai soli lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo, è stato solo successivamente esteso ad altri settori. Ancora oggi l’INPS gestisce questo bonus con un’assegnazione discrezionale – spesso con differenti interpretazioni da sede a sede – distinguendo tra i contratti che contengono la dicitura “stagionale” e quelli che riportano solo l’indicazione “CTD”, e riconoscendo il bonus ai primi e non ai secondi. Ricordiamo che il Decreto Dignità ha differenziato solo la durata delle due tipologie di contratto – stagionale e a tempo determinato – indicando una durata massima di 24 mesi per i CTD, mentre nessun limite di durata per i contratti stagionali. Facile comprendere come sia completamente ingiusta e incoerente una disparità di trattamento tra le due tipologie contrattuali, oltretutto a fronte di mansioni e attività identiche. Sono molti gli eventi e le iniziative già intraprese da UGL Trasporto Aereo su questi argomenti e a tutela della categoria:

- La manifestazione del 26 ottobre scorso presso la sede centrale INPS ha richiesto all’Autorità di superare la distinzione tra contratto stagionale e contratto a tempo determinato ai fini del riconoscimento dell’Indennità Covid prevista dai decreti emergenziali;

- Il 4 novembre scorso il segretario nazionale Francesco Alfonsi ha incontrato i vertici responsabili degli Ammortizzatori Sociali presso il Ministero del Lavoro per rinnovare la richiesta di parità di trattamento tra i lavoratori precari del trasporto aereo in materia di integrazioni al reddito, nonché per richiedere l’estensione a tale categoria di lavoratori del codice Ateco applicato al settore Turismo; quest’ultima richiesta è stata avanzata anche alla Direzione INPS e si attende convocazione;

- Lo scorso 1° febbraio si è svolto un incontro in video-conferenza tra lavoratori a tempo determinato di aziende del territorio e il legale che collabora con la segreteria provinciale, per riprendere insieme ai lavoratori le problematiche legate ai sussidi e valutare le azioni legali che eventualmente potrebbero essere intraprese.

- A gennaio di quest’anno è stato creato un ufficio a carattere nazionale interamente dedicato al personale a tempo determinato.

Per tutti questi motivi e per le difficoltà in cui versano ancora molte famiglie, UGL continua ad essere al fianco delle lavoratrici e lavoratori del Trasporto Aereo, non solo per il riconoscimento del giusto sostegno in questo particolare momento di crisi, ma anche per rafforzare la categoria non appena sarà possibile la ripresa produttiva.

Il ricorso agli ammortizzatori sociali, in generale, non può essere considerato l’unico strumento per garantire le imprese, il lavoro e i lavoratori. Nel contesto che stiamo vivendo, la ripresa del mercato sarà lenta e graduale e la stabilità occupazionale incerta. I lavoratori con contratto a tempo determinato e con carattere di stagionalità rischiano di essere dimenticati dal sistema produttivo qualora non vengano predisposti meccanismi di rinnovamento generazionale all’interno delle aziende.

Tra le iniziative, l'UGL TA a gennaio 2019  ha portato al Ministero del Lavoro una petizione con più di 10.000 firme di lavoratori aeroportuali, a favore del riconoscimento del “lavoro usurante” per i lavoratori di terra. L’impatto ai fini pensionistici e le conseguenze nella creazione di nuovi posti di lavoro potrebbero essere davvero importanti nel prossimo futuro, ricordiamo che nel lavoro usurante si acquisisce un anno ogni 5 lavorati.

 

 

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