Se oggi possiamo di nuovo scendere nelle piazze a festeggiare, se l’Italia oggi può alzare fiera il tricolore, se ci sentiamo orgogliosi di essere italiani lo deve a tutti gli atleti che dedicano la loro vita alla loro passione, a tutti i tecnici-allenatori che tramandano la loro esperienza ai più giovani, a tutti coloro che investono su questa formazione.
Il Covid-19 non ha fermato l’ambizione di queste persone, ma ha messo in ginocchio molti centri sportivi, alcuni dopo la chiusura forzata non sono stati più in grado di riaprire, altri sopravvivono a stento. Sono luoghi dove questi atleti hanno iniziato a dare il primo calcio al pallone, dove hanno impugnato la prima racchetta. E se questi luoghi non ci saranno più dove nasceranno e cresceranno i futuri campioni?
Non si tratta solo di sport. Lo sport è anche economia.
Solo la vittoria della nazionale di calcio porterà all’Italia un aumento del PIL di almeno 0,7%. In un momento come quello che viviamo dove stiamo facendo di tutto per uscire dalla crisi a cui ci ha piegato quel maledetto virus, questa percentuale è una vera e propria boccata di ossigeno.
E bene quando il Premier Mario Draghi e il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali affermano che una parte del PNRR sarà investito nello sport. È di fondamentale importanza che molti fondi vengano investiti in questo settore: bisogna rinnovare la maggior parte degli impianti sportivi, anche nell’ottica di poter ospitare, ci si augura a breve, un grande evento sportivo, magari proprio quelle Olimpiadi, di cui qualche politico poco lungimirante ci ha privato.
Ne va della salute sia dei nostri cittadini - non è una frase fatta “lo sport è salute”, è la pura realtà - sia della nostra economia.